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DISLESSIA E PROBLEMI DI APPRENDIMENTO

 

La percentuale di alunni in difficoltà scolare è ogni anno sempre più alta. Come alta è la percentuale di allievi che in prima media ha ancora difficoltà di lettura.

Per Alfred Tomatis, otorinolaringoiatra e specialista dei problemi di ascolto e di linguaggio, la maggior parte dei bambini che non sanno leggere, scrivere o contare correttamente soffrono di problemi legati all’ascolto..


Che cosa si intende per difficoltà scolastiche?


Sotto il termine di difficoltà scolastiche si ritrova la famiglia dei dis: discalculia, disortografia, disprassia, disgrafia, e tra questi la più conosciuta e corrente è la dislessia. A questi problemi specifici, sono quasi sistematicamente associati problemi  di attenzione-concentrazione-memoria. A questo quadro si aggiunge spesso un disagio emotivo comportante in molti casi una perdita di motivazione, di fiducia in se stessi, ma anche dei problemi di comportamento e di socializzazione.

In questo elenco di difficoltà possiamo trovare anche le recenti definizioni di ADD (disturbo dell’attenzione) e ADHD (disturbo dell’attenzione ed iperattività).


Quale è dunque il legame tra tutto questo e i problemi uditivi o meglio i problemi di ascolto?


Attraverso le sue ricerche il professore Tomatis ha messo in evidenza il ruolo fondamentale che l’orecchio ricopre nello sviluppo del linguaggio parlato, ma anche di quello scritto.

Se facciamo attenzione, tutti i problemi indicati sopra sono relativi al rapporto che il soggetto ha con il linguaggio.

Il linguaggio si fissa nel nostro sistema nervoso attraverso la percezione acustica. Più chiara ed efficace è questa percezione, più nitida e precisa sarà la fissazione del linguaggio nel cervello del bambino.

La base fisica su cui il linguaggio si appoggia è di tipo acustico.

Da Tomatis sappiamo che noi parliamo come ascoltiamo, (Effetto Tomatis provato alla Sorbona nel 1957: l'apparato fonatorio emette le frequenze che l'apparato uditivo riesce a percepire) per lo stretto legame che esiste tra orecchio, cervello e apparato fonatorio. La chiarezza dell’esposizione orale dipende dalla fedeltà percettiva. Per fedeltà percettiva si intende non soltanto un udito nella norma (percepire i diversi suoni dell’udibile ad un livello normale di volume), ma a questo aspetto quantitativo (volume) deve abbinarsi una nitidezza e pulizia dei suoni (chiamiamolo volgarmente hi-fi uditivo). Se questa nitidezza è precaria, l’allievo può avere delle difficoltà nella comprensione e quando non le mostra è perché riesce a compensare bene il deficit con un sforzo intellettivo, sforzo che però toglierà energia ad altri settori della sua vita.

L’attenzione dipende dalla capacità di ricevere con chiarezza i suoni del linguaggio. Inoltre le frequenze acustiche corrispondenti al linguaggio devono essere percepite con maggiore forza rispetto alle frequenze dei suoni gravi che veicolano i rumori di fondo. Se l'orecchio tende ad essere più sensibile ai suoni gravi, saranno questi a prevalere nella percezione e ad attirare spontaneamente l'attenzione.

Paradossalmente, l’alunno che si distrae al minimo rumore, è “attento”, ma al rumore di fondo più che alla voce dell’insegnante, perché è quest’ultima a passare nello sfondo.

Nell’allievo attento l’orecchio si sintonizza spontaneamente e senza sforzo sui suoni linguistici e mette nello sfondo il resto, a mo’ di un equalizzatore che aumenti le frequenze acustiche che interessano e attenui quelle che non interessano.

L'allievo poi, riesce a memorizzare più facilmente e più spontaneamente parole e frasi, quando queste arrivano chiare al cervello.

E’ quello che succede anche nell’apprendimento di una lingua straniera. A partire dal momento che l'allievo inizia a percepire con chiarezza i suoni che prima erano estranei, migliorerà la pronuncia, ricorderà con facilità parole e frasi ed applicherà le regole grammaticali e sintattiche con automatica spontaneità, come aveva iniziato a fare da piccolo con la propria lingua.

Da tutto ciò discende la seguente sequenza:

Suono nitido – facilità di memorizzazione - facilità di pronuncia e di esposizione orale.

Nella lettura si tratterà poi di avere già chiaro in testa il suono che il segno grafico rappresenta e il suono sarà chiaro se l’ascolto lo permette. In caso contrario l’apprendimento della lettura sarà un procedere esitante, costellato di dubbi che si denotano nel procedere per tentativi. Notiamo la stessa cosa quando cerchiamo di leggere in una lingua straniera della quale ancora non abbiamo integrato i suoni e la pronunciamo nell’unica maniera che il nostro ascolto ci permette, quello della nostra lingua madre e che si rivela nel nostro forte accento italiano, se siamo italiani. Questo ascolto non aperto sulle frequenze della lingua non va ad inficiarne solo la pronuncia, ma tutte le strutture ad essa legate: gestione spontanea e veloce di grammatica e sintassi durante l'eloquio, lettura, scrittura, ideazione. Oltre a produrre un notevole dispindio energetico per lo sforzo di compensazione intellettiva.

Per un approfondimento dei legami tra ascolto, lettura, scrittura e comportamento, consigliamo vivamente di leggere l’importante testo di Tomatis “Educazione e Dislessia”.

Il percorso inverso avviene nelle difficoltà di scrittura dove la parte vestibolare dell’orecchio interno è coinvolta per gestire i movimenti della mano in questo caso e in generale di tutto il corpo. La coclea, che analizza i suoni e permette la decifrazione dei suoni contenuti in ogni singola lettera, è in stretta relazione con il vestibolo per aiutarlo nella programmazione dei movimenti della mano nello scrivere.

La qualità e il tipo di suoni che investono la coclea hanno un’influenza diretta sulla programmazione vestibolare e sulla comunicazione veloce tra suono e movimento della mano. Per capire la dipendenza della motricità dai suoni percepiti basta osservare la differenza di movimenti, postura e mimica facciale nelle diverse lingue o nei diversi dialetti. Il bagno acustico in cui sono immersi i parlanti un determinato idioma condizionerà attraverso il gioco cocleo-vestibolare il loro assetto statico e dinamico, al fine di ottenere le migliori tensioni muscolari per un’ottimale produzione verbale in quell’idioma. Una difficoltà di ascolto si può tradurre in problemi di linguaggio parlato ma anche in un problema di linguaggio scritto o di lettura.


Il test d’ascolto del professore Tomatis

Il professore Tomatis ha elaborato un test che permette di mettere in evidenza la presenza e la natura di possibili distorsioni dell’ascolto come: difficoltà di analisi dei suoni (più acuti o più gravi), difficoltà di localizzazione dei suoni, distorsioni uditive, ipersensibilità uditive, iposensibilità uditive, problemi di lateralità uditiva etc….

E’ facile comprendere come queste distorsioni dell’ascolto vadano ad avere delle conseguenze a cascata sulle capacità di apprendimento e di comunicazione in generale:


distorsioni nella percezione dei suoni


difficoltà di comprensione

difficoltà di riproduzione verbale (linguaggio)

difficoltà nella decodifica (lettura)

difficoltà nella restituzione scritta (scrittura)

difficoltà di concentrazione e di memorizzazione

difficoltà di comunicazione



Questo approccio alle difficoltà di apprendimento è confermato dal fatto che la ricerca di eventuali problemi dislessici viene effettuata con l’aiuto di test di analisi dei suoni.

Per esempio, un bambino che ha una difficoltà a differenziare alcuni suoni tra loro simili come  “si” e “sci”, avrà molte probabilità di riprodurre questa confusione nel processo di lettura e di scrittura.

Le difficoltà di ascolto possono anche rivelare un scarsa integrazione corporea, cioè problemi di coordinazione e di movimenti impacciati. E’ la parte vestibolare dell’orecchio interno che gestisce questa funzione, tenendo sotto il suo controllo tutti i muscoli del corpo. Abbiamo visto che in funzione del tipo di bagno sonoro in cui siamo immersi, la nostra lingua, con le sue frequenze ed i suoi ritmi, ci porta ad avere una determinata mimica, postura e motricità.

Un altro aspetto importante dell'ascolto è la gestione del controllo linguistico attraverso il circuito dell'orecchio destro, il quale è collegato più direttamente con il centro di gestione del linguaggio situato l'emisfero sinistro. L'orecchio sinistro fornirebbe invece un controllo globale dell'informazione e veicolerebbe i contenuti emozionali del messaggio linguistico. Alcuni bambini, per mettere a distanza l'interlocutore utilizzano per ascoltare i circuiti dell'orecchio sinistro, allungando il circuito di passaggio del segnale e i tempi di comprensione e di risposta.


L’Audiopsicofonologia aiuta i bambini in difficoltà scolare.
La rieducazione dell’ascolto consiste a far lavorare i muscoli dell’orecchio al fine di correggere le distorsioni. Questa stimolazione viene effettuata con l’aiuto di musica fatta passare attraverso un’apparecchiatura elettronica che filtra le frequenze in maniera che l’orecchio si trovi alternativamente in attività e in riposo. E’ questa vera e propria ginnastica che obbliga l’orecchio a mettersi in attitudine di ascolto. Dei filtri acustici programmabili, stimolano poi l’orecchio a diventare più sensibile ale frequenze a cui è momentaneamente refrattario e a riequilibrare il lavoro reciproco tra orecchio destro e orecchio sinistro per riportarli alla loro funzione originaria, per il destro la gestione del controllo linguistico, per il sinistro il controllo globale dell'informazione.

La musica di Mozart e i Canti Gregoriani sono stati scelti da Tomatis per il loro effetto dinamizzante e rilassante. La registrazione della voce materna è anche a volte utilizzata nel corso della rieducazione.

Praticamente, la maggior parte dei trattamenti di rieducazione audiopsicofonologica consistono in un primo periodo di 30 ore di sedute distribuite su circa 10-15 giorni, seguito da due periodi di 20 ore ciascuno, intervallati da una pausa di integrazione che può variare da 3 a 8 settimane.


I risultati


I principi dell’Audiopsicofonologia sono riconosciuti e applicati a livello internazionale. Alcuni paesi europei hanno incluso il metodo di rieducazione all’ascolto tra le terapie rimborsabili dal loro sistema sanitario.
Le statistiche ottenute a partire da 530 questionari inviati da 30 centri che applicano il metodo Tomatis in Europa, mostrano che l’89.94% dei genitori che hanno fatto seguire ai loro figli un percorso di audiopsicofonologia l’hanno giudicato benefico.

I progressi osservati sono sul piano della concentrazione, della memoria, della lettura, dell’ortografia, della scrittura e della motivazione.

L’integrazione corporea migliora e l’energia personale è meglio canalizzata. Infine il bambino realizza se stesso e le sue potenzialità, diventando più sicuro e autonomo.

 


Per approfondimenti consultare
:

Tomatis, A.A. . Detection of dyslexia among pre-school children. Paper presented at the National Congress of the South African Society for Education, January 1976

Tomatis A. A., Educazione e Dislessia, Edizioni Omega, Torino, 1977

Madaule P., Il mondo della dislessia, Intervento al convegno "Listening and Learning", Toronto 1978

Tomatis, A.A., The Ear and Learning Difficulties, Paper presented at the Quebec Association for Children with Learning Problems, March 1979

Du Plessis, W.F. & Van Jaarsveld, P.E. "Audio-psycho-phonology: A comparative outcome study on anxious primary school pupils”, South Africa Tydskr. Sielk, 1988 (Journal of Psychology), 18:4, 144-151

Campo C., Introduzione al Metodo Tomatis, Università degli Studi di Ferrara, 2002

Tomatis A. A., Le Difficoltà Scolastiche, Edizioni Ibis, Como-Pavia, 2011

Campo C., Difficoltà scolastiche e disturbi uditivi, Riza - Figli Felici, aprile 2013

 

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